Il Signore degli Anelli: temi, significati e perché è un'opera così importante
Più di 1200 pagine, oltre 150 milioni di copie vendute in tutto il mondo, tradotto in 38 lingue diverse, pioniere del genere fantasy nonché una delle opere letterarie di maggior successo del XX secolo: sto parlando del Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien.
Un’opera che ha fatto colare fiumi di inchiostro e su cui potrebbe essere scritta tranquillamente una tesi di laurea. Riassumere Il Signore degli Anelli in 500 parole sarebbe una assai ardua impresa: pertanto non ci proverò nemmeno, anche perché la storia, per lo meno a grandi linee, la conosciamo un po’ tutti – chi non ha letto i libri avrà, probabilmente, almeno visto la trasposizione cinematografica di Peter Jackson, molto nota e sorprendentemente fedele alla storia originale. Quello che invece vorrei fare, in queste poche righe, è indagare un po’ i significati dell’opera, nonché analizzarne i temi. Quindi, non perdiamo altro tempo… let’s go!
Innanzitutto, chi era Tolkien? John Ronald Reuel Tolkien era un filologo, insegnava lingua e letteratura inglese a Oxford; fin da bambino aveva subito il fascino delle parole e delle lingue (soprattutto scandinave), a tal punto che aveva addirittura inventato alcuni linguaggi, via via sempre più sofisticati. Essendo un filologo sapeva benissimo che una lingua non è una cosa asettica, a sé stante, bensì qualcosa che ha una storia, che nasce e cresce in un ambiente, un contesto, che porta in sé le infinite storie di chi la parla. Decise quindi di inventare un popolo e una terra per la sua “bislacca lingua fatata”. Tolkien impiegò 12 anni per scrivere la trilogia de Il Signore degli Anelli, i cui volumi furono pubblicati per la prima volta tra il 1954 (La Compagnia dell’Anello) e il 1955 (Le due torri e Il ritorno del re). Era cominciata la leggenda.
“Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”: questa, forse, la frase più famosa dell’intero romanzo. A pronunciarla è lo stregone Gandalf, aiutante del protagonista Frodo nella sua missione di distruggere l’Anello di cui l’Oscuro Signore Sauron si serve per soggiogare la Terra di Mezzo. Il Signore degli Anelli è, innanzitutto, il racconto di un viaggio: quello di Frodo verso il vulcano del Monte Fato, con le innumerevoli peripezie e traversie che comporterà raggiungere la meta. Ma naturalmente c’è molto di più: fra i tanti temi e significati, uno dei più rilevanti è quello della corruttibilità dell’animo umano di fronte al fascino del potere (esempi eclatanti sono quelli di Saruman, Gollum-Smeagol e Boromir), nonché dell’eterna lotta tra il bene e il male. Occorre menzionare, poi, un altro fil rouge di tutta l’opera: il valore dell’amicizia e la forza che nasce dall’unione. Frodo, infatti, non sarebbe riuscito nella sua missione senza il supporto, morale ma anche pratico, della Compagnia e, soprattutto, del fedelissimo Sam, che gli starà accanto fino alla fine non abbandonandolo neppure nelle situazioni più drammatiche e pericolose. Allo stesso tempo, l’opera esalta la grandezza della “normalità”: a compiere le gesta più straordinarie sono personaggi comuni, senza alcuna caratteristica eroica: un inno all’ordinarietà che ci invita, dunque, a non sottovalutare le nostre potenzialità.
Purtroppo lo spazio a mia disposizione è terminato: nel congedarmi, oltre ad invitarvi, ovviamente, a vedere/rivedere i film, leggere/rileggere i libri, ricordo a tutti i fan della saga che il 20 settembre uscirà su Amazon il primo episodio della nuova serie tv ispirata alla trilogia; gli altri seguiranno a cadenza settimanale (quindi, ahimè, niente binge watching). Sicuramente si tratta di un progetto ambizioso: reggere il paragone con i film di Jackson non sarà per nulla facile (piccola chicca: il film Il ritorno del re è la pellicola con il maggior numero di Oscar, avendo ottenuto ben 11 statuette), ma le premesse sono buone: il cast non è niente male e la produzione è costata più di 460 milioni di dollari. Sarà valsa la pena? Lo scopriremo solo… guardando! Quindi, amici, stay tuned.
di Arianna Gandini
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