"DI LUCE PROPRIA": incontro con l'autrice
Raffaella Romagnolo, scrittrice del romanzo Di luce propria, ha regalato alle classi 4ªAQ e 5ªAC un incontro organizzato dalla professoressa Paola Lucarno nell’aula magna del Liceo Classico Plana, per un confronto in merito al libro e per rispondere ad alcune domande fatte dagli alunni.
Il romanzo potrebbe definirsi il perfetto connubio tra storia e magia, con un protagonista, Antonio Casagrande, che si trova a compiere un percorso di formazione interiore, imparando a fare di un piccolo difetto (un occhio cieco), il suo più grande punto di forza e caratteristica.
Rimasto orfano, l'incontro con il fotografo Alessandro Pavia gli farà scoprire il suo talento dietro l'obiettivo, aprendo le porte a un tuffo nelle origini del nostro Paese.
Il mestiere di Alessandro Pavia, che assume sempre di più una figura paterna, fino a quel momento mancante nella vita del ragazzo, offre uno spunto estremamente interessante riguardo il tema della fotografia: l’autrice ha fatto riflettere gli studenti su come molto spesso non siamo abituati a soffermarci troppo su ciò che è per noi la normalità, qualcosa con cui conviviamo quotidianamente, e questo può essere associato all’invenzione della macchina fotografica. Nella storia dell’uomo esistono svariati prima e dopo, e una pietra miliare è sicuramente l’essere stati in grado di catturare, per la prima volta un attimo, fermando il tempo e conservando quel momento nel futuro.
È proprio questo l’obiettivo dei due personaggi: fotografare il volto dei Mille, uno per uno, raccogliendo le immagini di tutti coloro che tra il 1860 e il 1861 hanno seguito Giuseppe Garibaldi per la creazione dello Stato italiano.
Una narrazione, quella di Raffaella Romagnolo, che, come ha affermato lei stessa, ha necessitato la consultazione di numerosi documenti, rendendo estremamente verosimili le azioni dei personaggi e le situazioni che hanno vissuto, al fine di rendere omaggio alla Gande Storia. Si parla della spedizione dei Mille, dei funerali di Mazzini, delle prime macchine fotografiche, dei tumulti di Milano, ma anche delle realtà più piccole, come le condizioni degli orfani e dei bordelli.
Proprio durante l’incontro con le classi, l'autrice si è dichiarata affascinata da una figura sicuramente di spicco all’interno del romanzo: Madama Carmen. Una donna che gestisce un postribolo, inizialmente personaggio minore, ma che andando avanti con le pagine del libro, è cresciuta fino a ricoprire quasi un ruolo di madre per Antonio Casagrande, sviluppandosi andando avanti nella lettura della del libro.
E simile è ciò che succede al protagonista: un’evoluzione anticipata in realtà da un titolo su cui si è riflettuto a lungo. La scelta originale –e quasi definitiva- era I giorni giovani. “Si racconta di un giovane Antonio, che cresce parallelamente al suo Paese, l’Italia” ha detto Raffaella Romagnolo.
Viene trovato però un nuovo punto di vista, che richiama sia il dono del ragazzo, sia la fotografia: la luce diventa parte fondamentale del romanzo, diventandone il titolo e alludendo a ciò che ognuno di noi ha dentro di sé, con la speranza dell’autrice che ognuno possa ritrovarsi e rivedersi nell’evoluzione di Antonio.
di Martina Giordano
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